
Storia delle strade di Prato
Scheda di Piazza Mercatale
Classificazione: comunale
Categoria: Nome tradizionale
Storia:
Per esigenze di razionalità toponomastica ed informatica, questo enorme spazio viene chiamato Piazza Mercatale, mentre l'esatta denominazione sarebbe "Il Mercatale". L'area veniva usata anche come piazza d'armi con l'intuibile disagio degli abitanti. Infatti nel 1800 ai vari sindaci pervenivano continue proteste perché i soldati si alzavano alle 4 e mezza del mattino, non prima di solenni e assordanti squilli di tromba. Dedicata a Vittorio Emanuele II nel ventennio fascista, la piazza subì un nuovo affronto con la deliberazione del 27 novembre del 1943 con la quale si dedicava questo spazio cittadino alla "Repubblica" per celebrare la costituzione della repubblica di Salò. Un anno dopo, finalmente, fu ripristinato l'antico toponimo. Nel 1817 il Comune, per dare un sostegno a cento cittadini sfortunati e miserabili, incaricò quelle persone di rimettere a nuovo la Piazza provvedendo alla sua pulizia e soprattutto livellare l'ampia area fino ad allora costellata di buche e poggetti. Forse per gli odierni lavoratori socialmente utili (LSU), qualcuno si è ispirato a quella esperienza pratese di due secoli fa. Il Mercatale nacque dopo che la città decise di allargarsi e riservare ai traffici un'area adatta principalmente alla tratta degli animali, ed in particolare mucche e vitelli. Lo spiazzo fu carpito al Bisenzio colmandolo con terra in quantità tale da rialzare il livello del fiume e obbligarlo a scorrere in un alveo più stretto. La cerchia muraria oggi visibile fu costruita tra il 1291 e il 1310 per difendere dalle piene del Bisenzio le numerose case sorte attorno alla piazza; la muraglia fu il punto di partenza di tutta la cinta (la terza) che lentamente avvolse la città con l'intento di difenderla dagli aggressori esterni, anche se nel 1512 gli spagnoli guidati dal futuro Papa Leone X consumarono l'orrendo Sacco avvalendosi di due modesti cannoncini e della loro crudeltà. Oltre al mercato del lunedì, nella piazza si svolgevano spesso rappresentazioni sportive e tradizionali, dalla battagliola alle corse di cavalli prima e di biciclette poi. Alla fine del secolo scorso venne aperto il caffè Costantini, per tanti anni uno tra i più alla moda. La Casa del Fascio, scomodo edificio nella prospettiva generale, poi occupato dall'Ufficio del Registro, fu costruita nel 1932 demolendo impietosamente gli antichissimi Tiratoi faticosamente edificati fino dal Medioevo dall'Arte della lana. Si vollero fare le cose in grande - il regime ci teneva a proporre Prato all'attenzione del Paese -, indicendo un concorso nazionale al quale parteciparono una ventina di urbanisti. Si aggiudicò il progetto l'architetto Brunetto Chiaramonti, al quale si deve imputare soprattutto l'aver calpestato i diritti di quei cittadini che hanno problemi di deambulazione. Facevano parte della commissione giudicatrice Curzio Malaparte e Ardengo Soffici. Il Comune dovette "donare" il terreno valutato 70.000 lire, mentre l'opera costò 590.000 lire. Durante la guerra la piazza fu violentata dalle bombe alleate, il 7 marzo 1944, che distrussero la quasi totalità dei portici a terrazza e portarono a termine la distruzione, avviata con l'incursione del 16 febbraio dove fu completamente rasa al suolo la chiesa di San Bartolomeo. Tra gli edifici importanti da osservare, le Case Nuove ora restaurate nella parte della piazza detta in antico "Grembiule" ("grembiule" è un antichissimo termine usato in architettura militare, indicante una costruzione a forma di sprone. Infatti quando ancora Prato era difesa dalla seconda cerchia muraria, nell'area c'era un fortilizio chiamato, appunto, Grembiule), costruite dalla Pia Casa dei Ceppi nel 1676 ed in seguito adibite a prima sede del Cicognini. L'antica fontana detta "del Maghero" tra via dei Saponai e via Garibaldi, risale alla fine del '500 e lo stemma oggi illeggibile era quello del Comune, mentre le ringhiere anch'esse scomparse con il restauro del 1966 - servivano d'impedimento ai cavalli che intendevano abbeverarsi. Proseguendo per il lato sinistro si trova l'oratorio di Sant'Ambrogio di origine medievale, ormai sconsacrato ed in uso al Comune per piccole iniziative culturali. In appresso il palazzo più imponente di tutta la piazza, costruito dalla famiglia dei Gini oggi sede di uffici comunali. Molte delle numerose stanze sono affrescate nello stile seicentesco, epoca della costruzione del palazzo. Nella sconfinata immensità della piazza, si fa notare su tutto la Porta Mercatale che anticamente era sormontata da una torre di guardia. Anche il ponte, visto dal greto del fiume, ha una sua imponenza benchè i resti dei cinque archi originali non siano stati conservati a testimonianza dei drammatici eventi bellici, per la fretta della ricostruzione iniziata nel 1945.