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Comune di Prato
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Storia delle strade di Prato

Scheda di Piazza San Domenico




Classificazione: comunale

Categoria: Religioso

Storia:
Intitolata anche a Giordano Bruno fino alla revoca con Deliberazione del Consiglio comunale del 16 settembre 1926, la piazza si è materializzata solo dopo il XIV secolo allorché venne completata l'ultima cerchia muraria. Il perimetro della precedente cinta magistrale passava attraverso la via Guasti dove era collocata anche la Porta Gualdimari, oggi Pistoiese.
La prima costruzione fu la chiesa di S. Domenico con annesso convento e campanile. A tale proposito esiste una delibera comunale del 6 luglio 1314 che ordina ai religiosi: si diminuisca il campanile di San Domenico per le continue novità che accadono in Toscana, le quali cessate, si obbligano rifarlo a spese del medesimo Comune. Il timore era che qualche balestriere scelto si mettesse in cima alla torre campanaria e tenesse in scacco gli abitanti chissà per quanto tempo. Per fortuna ciò non avvenne altrimenti il campanile attuale sarebbe un nano.
Nel 1647 due fulmini distrussero, bruciandolo, quasi tutto l'interno del S. Domenico e l'Architetto Baccio del Bianco si occupò della sua ricostruzione.
Ai frati domenicani subentrarono, nel 1782, i francescani minori osservanti che ancora amministrano la chiesa.
Successivamente si aggiunse, all'inizio del XVI secolo, un altro edificio religioso: il monastero dedicato a San Vincenzo Ferreri (Ferrer) da Valenza.
Fondato dalla fiorentina Ginevra Mellini, moglie di Girolamo Medici, il luogo sacro fu testimone di molti avvenimenti importanti. Anch'esso non rimase immune da miracoli, il più noto dei quali quello della Madonna dei papalini la quale, come narrano le cronache, fermò gli stupratori spagnoli durante il Sacco del 1512. Una curiosità ce l'ha trasmessa il ricercatore milanese Castiglioni, nel 1600, secondo cui in antico era un tempio di Giove; la deduzione fu maturata dal ritrovamento di un frammento di lapide con la scritta S IOVI ET PROBO.
Ma il fatto più importante è quello legato alla superiora del convento, Santa Caterina de' Ricci, detta la Santa di Prato. Essa si potrebbe definire un Savonarola «in gonnella», un parallelo fatto anche dal giovane Giosuè Carducci incuriosito da un personaggio così carismatico.
In piazza S. Domenico c'erano i lavatoi per il passaggio della gora di Gello. I frati si sono, nel tempo, rivolti diverse volte al Comune per impedire alle donne di raccontare ad alta voce, mentre facevano il bucato, le loro esperienze notturne con i relativi consorti. Secondo le suppliche, i giovani religiosi rimanevano turbati dal colorito frasario delle lavandaie. I frati minori erano arrivati in San Domenico il 23 aprile del  1783.
Nel 1848 il filosofo Vincenzo Gioberti, cittadino onorario di Prato, secondo Cesare Guasti "…parlò al popolo e ricevè cortesemente molti del paese che si affollarono nella locanda". L'albergo era quello del Leon d'Oro o di Riccio.
Fino agli anni '50 la piazza era uno dei percorsi privilegiati dalle corse ciclistiche dirette a Pistoia.
Poco conosciuta, accanto al campanile, la chiesa di San Sebastiano fu fondata dalla famiglia pratese dei Bizzochi nel 1496, e si può vedere sui portali uno stemma dell'antica casata.
Sull'altare dell'Oratorio c'è una cinquecentesca pala al centro della quale si trova una bella veduta di Prato. Non si segnalano edifici civili di rilevante valore artistico, ma un'occhiata alla romantica altana del palazzo in angolo col Vicolo del Gelsomino ne vale la pena.



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